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TIPS: Pillole di nuova educazione civica verso prospettive di rigenerazione cittadina

Aggiornamento: 2 set 2021

Totem in Pillole #parte1


Per raccontarvi il nostro tema e accompagnarvi nella nostra pratica di rigenerazione civica immaginate di entrare in un cerchio. Cerchio è rotta, quindi metodo; è strumento, quindi astrolabio; è meta, quindi obiettivo.


Se dovessimo scegliere tre parole con cui distinguere la nostra vision, queste tre parole sarebbero senz’altro: empowerment, rigenerazione e rete.

Contribuire alla formazione di cittadini e cittadine responsabili e attivi per noi significa aiutare i giovani e i giovanissimi a trovare dentro di sé, e nella comprensione degli altri, le basi affettive ed etiche da cui dipendono sia il rispetto delle norme sia l’impegno a volerne di migliori.


Educazione alla Nonviolenza per una trasformazione personale/affettiva e politica.

Molti confondono l’educazione affettiva come un approccio “borghese” al “non fare”, come un rimanere in statica contemplazione della dimensione delle ansie e delle paure, invece di dedicarsi all’area del “fare” più appropriata all’educazione politica.

Per noi trasformazione personale e politica sono due facce della stessa medaglia, due aspetti della stessa battaglia civica; in momenti diversi della nostra vita possiamo privilegiare l'uno o l'altro, ma non c'è dubbio che la lotta per un mondo migliore non sia completa senza una trasformazione in entrambi gli aspetti.


Se l’uno senza l’altro non sono possibili, è altrettanto vero che l’educazione affettiva, o alla Nonviolenza, necessita di basi che devono essere seminate già dalla primissima infanzia. Non ne facciamo un discorso pedagogico, le cui dimensioni teorico scientifica e pratica sono ben note e, fortunatamente, diventano sempre più salde all’interno dei nuovi percorsi che vediamo nascere. Per noi si tratta di ancorarsi fermamente alla dimensione socio-relazionale e tipicamente culturale del vivere in una collettività, qualunque essa sia: la propria famiglia, il Quartiere, o la città.


Le attività che noi offriamo ai gruppi classe e docenti possono aiutare a distinguere forme organizzative e tattiche che agiscano su entrambi i fronti.

Per cambiare a livello personale è necessario lavorare in gruppo e sul gruppo: sforzandoci di superare le barriere, possiamo cambiare e capire di più. Questo può avvenire solo in un clima di fiducia e di incoraggiamento.

Cambiare è segno di vita, ma cambiare in sé non significa necessariamente progredire. Sono molte le dimensioni di vita che ci allontanano dallo stare bene.


Un training sulla Nonviolenza incoraggia a cambiare in determinate direzioni. Parte dal presupposto che la maggior parte delle persone condivide l'obiettivo di voler rispondere in modo adeguato alle situazioni, concentrarsi su ciò che accade, ascoltare gli altri, sviluppare pienamente e usare i propri talenti, vincere la paura, sperimentare la gioia, essere aperti agli altri, essere più felici e più impegnati nel mondo che ci circonda.



La paura, per esempio, è un'importante causa del comportamento in un gruppo: la paura di essere troppo compromessi, la paura di essere feriti, la paura di perdere la propria identità. Ci mettiamo sulla difensiva perché siamo portati a considerarci quali unici detentori della verità.

È un sentimento che ci fa sentire più giusti degli altri ma ci rende politicamente impotenti, poiché se non si è sufficientemente aperti e capaci di stabilire alleanze e raggiungere accordi non si va molto lontani.


Potrà sorprendere, ma la capacità (o l'incapacità) di provare gioia e di divertirsi è, per un gruppo, altrettanto significativa. A casa, a scuola, sul posto di lavoro si fa una netta distinzione tra “tempo per divertirsi” (dopo la scuola, durante il week-end...) e “tempo lavorativo”, “tempo di studio”. Se ci siamo impegnati in attività politiche sociali, ci è stato insegnato che “la politica” è un affare serio, da considerare come “lavoro” piuttosto che qualcosa da cui trarre piacere. Sì, la politica è seria, così seria e così importante da abbracciare sia il lavoro che il divertimento.

Dovremmo guardarci dalla troppa serietà.

“L’umanità si prende troppo sul serio. È il peccato originale del mondo. Se l’uomo delle caverne fosse stato capace di ridere, la storia sarebbe stata diversa”. (Oscar Wilde)


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